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LE FOGLIE DEL GELSO

Nel 1982 un interessante ricerca degli alunni della scuola media Manzoni di Tortona, fu pubblicata all’interno del mensile tortonese “Protagonisti per voltar pagina” in un articolo dal titolo Mario Sironi e la sua Filanda. Grazie alle notizie raccolte dai ragazzi di allora possiamo immergerci in quel mondo passato, provando ad immaginare come si viveva e quali erano le vicende che animavano la città.

Leggiamo che all’inizio del 1800 Carlo Alberto di Savoia fu fautore di importanti riforme per liberalizzare il commercio, anche quello dei filati di seta, abolendo il divieto dell’esportazione della seta greggia; queste innovazioni aiutarono le filande di Tortona a crescere e prosperare.

Uno degli aspetti che colpiscono l’immaginazione del lettore è il legame di questo tipo di manifattura con il mondo agricolo, il clima tortonese era particolarmente adatto alla coltivazione dell’albero del gelso le cui foglie sono un alimento indispensabile per il baco da seta.

Dal momento che la coltura del gelso e l’allevamento del baco da seta divennero attività molto importanti per l’economia del territorio, iniziarono ad essere regolate da disposizioni comunali che prevedevano l’obbligo di piantumazione per ogni possessore di vigna o di terreno da coltivazione. Tutto ciò portò ad una mutazione del paesaggio agrario tortonese, i gelsi venivano coltivati nei campi con una disposizione rettangolare e di una varietà quasi completamente sfornita di frutta.

Oggi nelle campagne vediamo pochi alberi di gelso, sono stati infatti lentamente abbattuti per favorire la coltivazione meccanizzata dei campi, può capitare però, quando è il periodo di raccolta dei frutti, di parlare con gli anziani al mercato e sentirli raccontare, di fronte ad un cestino di more di gelso, del tempo perduto dell’infanzia. Seguire il filo dei pensieri di questi importanti testimoni del passato è un modo per rivivere anche il nostro legame con gli oggetti, la terra e quel mondo contadino che un tempo faceva parte della vita di tutti.